Il “winter garden” del Giardino Botanico dell’Università di Cambridge
Perchè parlare di “winter garden” quando la primavera è ormai alle porte? Devo dire che mentre scrivo questo articolo, a Cambridge la temperatura è crollata nuovamente, andando sotto lo zero a pochi giorni dall’inizio ufficiale della primavera, e il vento dell’est soffia con una forza incredibile, portando un persino un po’ di neve! Scherzi a parte, se si desidera un “winter garden”, questo è il momento adatto perchè molte delle piante che suggerirò avranno tempo di crescere durante la primavera e l’ estate e mostrare il loro interesse già dal prossimo inverno.
Mi scuso ancora una volta per l’uso dei termini inglesi, che non trovano alcuna traduzione nella lingua italiana. A ben dire, il nostro concetto di “giardino d’inverno” è completamente diverso da quello che gli inglesi o gli americani intendono per “winter garden”: per noi il giardino d’inverno non è altro che un proseguimento della casa, una vera e propria stanza vetrata, adiacente al corpo principale dell’edificio dove piante meno rustiche possono essere coltivate e beneficiare della temperatura mite, senza perdere l’utilità dello spazio che rimane luogo di vita, con sedute, tavolinetto e qualche mobile (in inglese “conservatory”).
Il “winter garden” è invece un giardino o, più comunemente, un’ area/stanza del giardino dove alberi, arbusti, erbacee e bulbose mostrano un interesse durante l’inverno; questo può essere dovuto ai fiori, ma più facilmente ai rami, alle foglie, o all’architettura della pianta, sia essa naturale o indotta da potature, e alla corteccia di alberi. Vista la diversità del clima italiano, il concetto trova declinazioni diverse, con un uso delle piante quasi opposto, per cui sento il bisogno di dire che il “winter garden” di cui parlerò potrà offrire lo spunto soprattutto per il nord e il centro (per lo più zone montane o collinari) Italia.
Il “winter garden” del Giardino Botanico di Cambridge è stato il primo del suo genere mai ideato nel Regno Unito (1979), nonchè, a parere dei molti visitatori, ancora uno dei più belli nonostante i successivi epigoni. Le foto purtroppo non sono delle migliori visti i mezzi limitati, ma rimane davvero un grande esempio che offre spunti molto interessanti grazie al continuo lavoro di Peter Kerley e David Austrin.
Il giardino è delimitato da siepi ad altezze diverse: Taxus baccata sui tre lati est-nord-ovest, alta all’incirca tre metri, e Rhamnus alaternus (specie e variegato), circa un metro. La prima siepe scherma il winter garden da ciò che gli sta intorno, offrendo uno sfondo scuro all’ampia gamma di colori e protezione dai venti più severi (nel Regno Unito soprattutto da Est e Nord). Il secondo tipo di siepe invece, intervallato da conifere sempre verdi dalla forma più o meno piramidale, apre il winter garden al resto del giardino, lasciando che la luce bassa e netta dell’inverno metta in risalto la silhouette e i colori del Cornus sanguinea ‘Midwinter Fire’, la corteccia dell’ Acer griseum e crei una sorta di aura rosata intorno al Rubus phoenicolasius.
Le due siepi, che delineano il perimetro, sono separate dal sentiero principale, che con la sua linea curva offre scene differenti man mano che lo si attraversa, mentre un sentiero laterale, collegato a quello principale nei pressi dei due ingressi al giardino (vedere fig. 1). Dall’ingresso ovest, ciò che subito attrae il visitatore è il profumo intenso di Daphne bholua ‘Jacqueline Postill’ (due esemplari hanno vent’anni e sono alti all’incirca 3 m) e il rosso sgargiante del Cornus alba ‘Sibirica’, una delle cultivar classiche e più celebri tra quelli usati per il colore dei rami. Nel giardino in verità ce ne sono anche altri, alcuni aventi difficoltà con i piccoli cervi che infestano il giardino e rosicchiano i teneri germogli primaverili: Cornus alba ‘Kesselringii’ dai rami quasi neri, Cornus sericea ‘Flaviramea’ con rami di un colore a metà tra il giallo e il verde mela, e Cornus sanguinea ‘Midwinter Fire’ che ha davvero le sembianze di una fiamma, con il centro dell’arbusto tinto di un giallo caldo e la parte esterna rossa. Nella mia esperienza, gli ibridi di C. alba e quelli di C. sericea hanno un buono sviluppo e una crescita abbastanza veloce, ottimi come ossatura per un winter garden domestico.
Proseguendo, oltre al piccolo tappeto di Galanthus elwesii var. elwesii e Bergenia ‘Bressingham Ruby’, si incontra l’imponente Chamaecyparis lawsoniana ‘Winston Churchill’ (albero in figura 4), che, aldilà del fogliame un po’ “tacky” e fuorimoda, è una presenza piuttosto interessante all’interno del giardino, perchè testimonia come ciò che si vede sia il risultato di una sovrapposizione di epoche e gusti differenti, con un continuo e instancabile lavoro di selezione e accostamenti, talvolta arditi ed innovativi.
Infatti, passando alla sezione successiva del giardino, si può notare sia a destra che a sinistra l’uso di piante australiane e neozelandesi che difficilmente impiegate nei winter garden. Quella che più apprezzo (ho un debole per i fogliami argentati) è Ozothamnus leptophyllus ‘Ward Silver’, un’asteracea (famiglia delle margherite, settembrini, rudbeckie,ecc…); notevoli sono anche Muehlenbeckia austonii, forma come una nuvola dai toni rosso mogano, e Libertia peregrinans, con le sue foglie nastriformi (tipiche nella famiglia delle Iridaceae) di un arancione caldo.
Arbusti come Rubus cockburnianus ‘Goldenvale’, Rubus niveus, Rubus thibetanus ‘Silver Fern’ (abbastanza invasivi qui, sono da utilizzare con cautela) sono utilizzati per separare e distinguere i vari spazi e le combinazioni che si alternano su ciascun lato del sentiero, dando varietà alla passeggiata lungo il giardino; inoltre, con i loro bellissimi colori, illuminano notevolmente la composizione. Muovendosi poi ad una scala leggermente più grande, si possono trovare arbusti il cui interesse sta nel fogliame o nel portamento della pianta (Mahonia japonica, Mahonia x media ‘Winter Sun’) o nel dolce profumo dei fiori che non necessariamente riescono a superare il freddo dell’inverno, ma che vengono prodotti a più ondate nell’arco dell’intera stagione (Chimonanthus praecox, Chimonanthus praecox ‘Grandiflora’, tutti le possibili cultivar di Viburnum x bodnantense – la più vigorosa e meno comune ‘Charles Lamont’ -, Viburnum tinus).
In questa categoria vanno di certo annoverati gli alberi scelti in base all’interesse della corteccia (Betula albosinensis var. septentrionalis, Prunus serrula, Acer capillipes). La verticalità di questi elementi, posti sapientemente in punti strategici, aiuta a scandire il ritmo non solo in senso orizzontale, ma anche verticale.
6 Comments
Gabriella
Bellissime foto e interessante articolo!
Luigi Leoni
Grazie mille Gabriella!
Mario Milan
Pura terapia per l’ anima! Tradurre una tale enciclopedia botanica nel nostro giardino: missione impossibile! Bellissimo. Non invidio minimamente la monotonia stagionale di un giardino tropicale.
Luigi Leoni
Spero questo articolo possa un poco aiutare in questo. Ci sono molti spunti in generale, e ho la sensazione che gli appassionati usino molte piante a fioritura o con interesse invernale, ma quello che secondo me manca sta nella struttura e nel creare uno spazio dedicato specificatamente a queste piante.
Maria Cristina Montanini
Il sogno di molti , un giardino bello anche in inverno.Splendido davvero.Bell articolo , belle foto .Bravo Luigi!
Luigi Leoni
Grazie mille Maria Cristina 🙂