Il profumo dell’inverno
Questo giardino, il mio giardino, vecchio di quasi 200 anni, si è rivelato una sorpresa fin da subito, anche se molte cose le ho apprezzate con il tempo. Come il chimonanthus praecox, meglio conosciuto come calicanto. L’ho scoperto una mattina di dicembre e ancora non abitavo qui. Faceva freddo, tanto freddo. C’era il sole, come in questi giorni e in quella mattina di dicembre, pochi giorni prima di Natale, sentii da parecchi metri di distanza un profumo mai sentito prima. Arrivai davanti a questi due larghi arbusti di cui ignoravo il nome e che fino a quel momento mi erano sembrati insignificanti, guidata proprio da quel profumo. Non riuscivo a staccarmene, tanto che ne prelevai un rametto da portare a casa, che annusai per giorni.
Come in questi giorni freddi e con mattine cariche di nebbia in cui ho pochissima visibilità. I calicanti sono lì, che spandono il loro profumo per parecchi metri e paiono chiamarmi per andare a trovarli.
Oggi è stata una bella giornata, sembra che non faccia neppure freddo. Viene voglia di primavera che, anzi, sembra già alle porte. Nel parco spuntano già i narcisi, e le daphne sono in boccio.
Ma in realtà, guardando i calicanti, mi ricordo di essere in pieno inverno e tra non molto arriveranno i giorni della merla. Cammino in uno dei vialetti addormentati. Solo gli allori regalano un po’ di verde. Poi un profumo inebriante. Gli arbusti quest’anno non sono spogli, rami quasi dritti partono da terra e loro, pieni di fiori.
Piccoli fiorellini gialli screziati di rosso che profumano di inverno. Profumano di promessa di primavera. Oggi come allora, non riesco ad allontanarmene.
Due anni fa li avevamo potati molto, con mio dispiacere (non vado d’accordo con le cesoie). Non che non ne avessero bisogno, erano due arbusti spelacchiati con rami lunghi anche in piena estate, troppo sofferenti per colpa di allori cresciuti a dismisura che li ombreggiavano, ma forse avevamo esagerato. Il risultato? Nessun fiore. E neppure l’anno successivo. Il calicanto è permaloso e fiorisce solo su rami vecchi di due anni.
Da due anni a questa parte, però, dopo che hanno avuto di nuovo la libertà di crescere, stanno dando il meglio.
Fioritissimi ed un profumo unico, che solo loro hanno e che stordisce.
E mi ricordano che domani sarà primavera.
A chi mi chiede di cosa hanno bisogno dico: sole. I miei non ne ricevono tantissimo perchè sono in parte ombreggiati da ippocastani e conifere, ma qualche ora la gradiscono, altrimenti crescono stentati e non fioriscono. Io non li annaffio, ma grazie alla loro età, vecchi ed autonomi. Forse quelli più giovani hanno bisogno di un po’ d’acqua nelle estati torride.
Sono permalosi, non amano le potature.
Per il resto, sono il mio profumo dell’inverno.
4 Comments
Patrizia Cippotani
Ippolito Pizzetti non amava i calicanti per il loro aspetto anonimo nel resto dell’anno, e io che non amo i rampicanti sugli arbusti (mi danno un senso di soffocamento…) li vedo circondati di rose basse e larghe o erbacee vivaci morbide e spiritose che ce lo facciano apparire come un nonno saggio che guarda i nipotini giocare ai giardinetti sapendo che solo lui nasconde il segreto di come si possa splendere a dispetto dell’inverno. Ho scoperto di recente che ne esistono un sacco di varietà e sarei curiosa di vederle una accanto all’altra in una lunga siepe (sempre che abbiano lo stesso vigore…). Mi si è schiuso un mondo…
Mara Ferrari
I miei crescono liberi e nulla cresce alla loro base. Bastano loro. Aveva ragione Pizzetti per il loro aspetto anonimo per 10 mesi, ma quei due due fioritura… tanto mi piacciono che ne ho recentemente piantato un’altro, questo però a fioritura primaverile, il Venus. Magari a primavera gli dedicherò qualche foto.
Grazie e a presto
Nadia Carrara
Grazie ! Bellissimi leggerti,: sembra di camminare nel tuo giardino profumato! Buona vita.
Mara Ferrari
Grazie. Buona vita anche a te e a presto